Per Insufficienza Venosa Cronica degli Arti Inferiori si intende un quadro clinico determinato da un cattivo funzionamento del sistema venoso. Le vene degli arti inferiori si distinguono in Profonde (decorrono sotto la fascia muscolare) e Superficiali (decorrono al di sopra della fascia muscolare).
Da un punto di vista funzionale sono più importanti le vene profonde che drenano la maggior parte del sangue refluo dalle gambe verso il cuore.
Consideriamo che il ritorno venoso del sangue dagli arti inferiori verso il cuore è sostenuto dalle vene presenti nella pianta del piede (Suola Venosa di Lejars), dall’azione di pompa della muscolatura del polpaccio (che spinge il sangue in alto con ogni contrazione muscolare durante il cammino) e dalla presenza nelle vene di valvole unidirezionali che impediscono in reflusso in basso del sangue come avverrebbe per la forza di gravità nella stazione eretta.
Quindi se ci sono problemi nella corretta deambulazione e se le valvole venose non sono funzionanti si determina il quadro clinico dell’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori con vari stati di gravità e sintomatologia. La sindrome post-flebitica che insorge dopo una Trombosi Venosa Profonda ove le valvole venose a causa delle alterazioni parietali conseguenti al trombo divengono insufficienti è la causa più frequente dell’Insufficienza Venosa Cronica.
Si stima che può interessare dal 20 al 50% dei pazienti affetti da Trombosi Venosa Profonda entro i due anni dall’insorgenza.
SINTOMATOLOGIA
In fase iniziale l’Insufficienza Venosa Cronica può essere asintomatica anche se obbiettivamente si osserva sempre un modesto edema perimalleolare soprattutto serale con segno della fovea positivo; segni clinici iniziali sono capillari dilatati e comparsa di vene varicose superficiali a causa dell’aumentata pressione venosa.
Andando avanti compaiono pesantezza agli arti inferiori, gonfiore ingravescente che progressivamente interessa tutto l’arto e disturbi cutanei che vanno dalla pigmentazione perimalleolare all’atrofia cutanea fino a vere e proprie ulcerazioni.
La patologia se non adeguatamente trattata compromette severamente la qualità di vita.
DIAGNOSI
La diagnosi è essenzialmente clinica sull’anamnesi e sull’esame obiettivo.
Indispensabile complemento è l’esecuzione di un esame Ecocolordoppler degli Arti Inferiori che principalmente serve ad escludere la presenza di Trombosi Venose Profonde in atto e permette di valutare l’entità ed il livello dell’insufficienza valvolare sia profonda che superficiale.
TERAPIA
La terapia deve mirare a mantenere l’arto interessato sgonfio il più possibile; per cui è raccomandato di dormire sollevando di 10/15 centimetri il fondo del letto e quando possibile tenere gli arti inferiori in posizione antideclive anche durante la giornata.
Se sono presenti alterazioni trofiche cutanee vanno opportunamente trattate e finché presenti ricorrere ad un bendaggio elastico rimovibile per permettere di effettuare le medicazioni e far respirare la gamba la notte;
in presenza di cute sana ricorrere ad una elastocompressione permanente con calze contenitive di classe I° o II° in base alla gravità del quadro clinico. Le calze vanno indossate al mattino prima di alzarsi.
Con una terapia correttamente eseguita il quadro clinico si controlla senza ulteriori complicazioni.
PREVENZIONE
La prevenzione possibile è il trattamento con anticoagulanti il più precocemente possibile di una Trombosi Venosa Profonda e un utilizzo immediato di una elastocompressione per cercare di mantenere quanto possibile la funzionalità valvolare.
In una discreta percentuale di casi si può evitare un’insufficienza valvolare importante e quindi lo sviluppo di una Insufficienza Venosa Cronica successiva.
È importante anche consigliare al paziente di perdere peso se necessario, e un esercizio fisico costante.